Gal “Serre Calabresi”, forum sulla cooperazione a supporto delle produzioni locali

Ad un articolato e proficuo confronto sui temi della cooperazione e delle filiere agroalimentari ha dato vita il convegno, organizzato dal Gal “Serre Calabresi”, a Cortale (Cz), nell’ambito del progetto “Tec”, finalizzato all’informazione e alla divulgazione relativamente ad innovazione, sostenibilità, buone pratiche e opportunità derivanti da programmi di sviluppo rurale. 

A tal proposito particolare spazio è stato dato al ruolo della cooperazione a supporto delle produzioni locali.

In questi termini, Nicola Gallinaro, coordinatore del Gal “Garda Valsabbia”, si è soffermato sulla cooperazione, quale «motore di sviluppo economico e sociale per i territori» e «modello di interazione in cui individui o organizzazioni collaborano volontariamente per raggiungere un obiettivo condiviso».

Ha puntualizzato come «i principi di mutualità, democrazia e sostenibilità rappresentino i pilastri fondamentali della cooperazione. La mutualità implica la condivisione equa dei benefici tra i partecipanti; la democrazia assicura che tutti abbiano voce nelle decisioni; la sostenibilità promuove l’uso responsabile delle risorse, garantendo che le iniziative possano perdurare nel tempo senza compromettere l’ambiente o le generazioni future».

In questa prospettiva i Gal possono intervenire per valorizzare identità e qualità, data le difficoltà delle filiere minori, quali mancanza di infrastrutture e accesso ai mercati, competizione con grandi aziende, ponendo in essere azioni per potenziare competenze locali e creare partenariati, per favorire l’acceso a nuove tecnologie e strategie di marketing, per sollecitare la creazione di reti collaborative nei territori, per rafforzare relazioni di filiera e rapporti intersettoriali. Gallinaro ha tracciato ancora un quadro dei livelli di collaborazione che possono essere messi in atto. Un’illustrazione corredata da casi studio relativi al territorio del suo Gal di appartenenza.

L’Italia, ha osservato Corrado Martinangelo, presidente nazionale di Agrocepi ed esperto in Politiche agroalimentari, ha una qualità variegata di prodotti, un grande paniere che non ha nessun altro Paese. Prodotti che vanno valorizzati, ma anche tutelati, intervenendo per elevare gli standard dei prodotti che vengono importati e livellare così i costi. Una strada che va a sostenere la qualità. 

Aggregazione, innovazione e qualità, ha illustrato sono alla base del lavoro portato avanti attraverso i contratti di filiera e di sviluppo. Aggregazione, innovazione e qualità sono elementi fondamentali per una maggiore competitività delle imprese.

Corrado Martinangelo ha parlato anche di «collaborazioni differenziate», da Nord a Sud, a titolo di esempio come quella intrapresa dal Gal “Garda Valsabbia” e il Gal “Serre Calabresi” per prossime iniziative comuni, o tra operatori produttivi e sistema della ristorazione. Ristorazione che è la destinataria dei prodotti di grande qualità. Si è soffermato anche sulla necessità di concertazione, di integrare gli strumenti da porre in campo, «non tutti gli strumenti possono essere applicati a tutte le imprese» ha evidenziato.

Si è soffermato sulla realtà di Agrocepi, associazione di categoria che rappresenta le aziende che si mettono in rete o che sono legate da accordi di filiera che guardano ai grandi mercati e i segmenti che guardano ai mercati locali e nazionali.

Dagli esperti a chi la collaborazione la mette in atto nelle attività produttive.

Giovanna Fusto, imprenditrice agricola, ha dato voce a «un settore che rappresenta l’anima della nostra terra, quello dell’olivicoltura e la produzione di olio extravergine d’oliva. Un mondo antico e ricco di tradizioni, un patrimonio da rispettare e preservare, tramandato dai nostri avi». Un settore, al contempo, «oggi in fase di trasformazione – ha sottolineato – grazie alla ricerca e all’innovazione. Oggi il settore olivicolo si trova ad affrontare nuove sfide: dai cambiamenti climatici alle esigenze di sostenibilità. Ricerca e tecnologia consentono di produrre olio di alta qualità, riducendo l’impatto ambientale. La tecnologia entra in ogni fase della produzione: sensori e droni permettono di monitorare lo stato di salute della pianta, sistemi di precisione nell’irrigazione aiutano a ridurre il consumo idrico. I frantoi di ultima generazione permettono di preservare le proprietà organolettiche dell’olio, migliorando il valore nutrizionale. L’olio extravergine di oliva è simbolo della nostra cultura, un prodotto di eccellenza amato e apprezzato in tutto il mondo, dobbiamo essere in grado di fare rete e lavorare insieme unendo il sapere dei nostri antenati e le idee delle nuove generazioni».

Saverio Sinopoli, è intervenuto in rappresentanza della Cooperativa “Il Frutto” del Basso Ionio Catanzarese, della quale è presidente. Una realtà che, da circa un anno, unisce oltre 25 soci, tra i comuni di Davoli, San Sostene e Satriano, per recuperare la castanicoltura che a causa dei bassi prezzi si stava perdendo e per dimostrarne le potenzialità economiche per il territorio, per ridare una speranza ai più giovani. Dopo una prima stagione di raccolta che non è stata buona, quest’anno i risultati del lavoro svolto si iniziano a vedere e i prezzi spuntati sono più remunerativi. Il recupero della castagna è anche una sfida contro lo spopolamento. La festa che ogni anno si organizza è un modo per mantenere vivo lo spirito della comunità.

Il direttore del Gal “Serre Calabresi”, Carolina Scicchitano, ha delineato le caratteristiche del progetto “Tec” che mediante le molteplici forme di comunicazione si pone la finalità di aumentare la partecipazione, concorrendo alla realizzazione degli obiettivi del Piano di Azione locale della Strategia 2014/2022 che si concluderà il 30 giugno 2025. «Ma – ha edotto – siamo già pronti per la nuova».

Il presidente del Gal, Marziale Battaglia, si è espresso sulla cooperazione, sulla difficoltà di mettersi assieme nella filiera corta, per un retaggio culturale e come la Cooperativa della Castanicoltura del Basso Ionio, rappresenti un esempio virtuoso.  Ha evidenziato come i tredici Gal calabresi abbiano già iniziato a fare cooperazione e come i Gal rappresentino una formula vincente per promuovere lo sviluppo sul territorio. Gal che sono cresciuti, incidendo in altri settori, diversi dallo sviluppo rurale, quali il turismo e l’ospitalità. Ha richiamato a tal proposito; il ruolo dei Gal nella progettazione della Snai (Strategia nazionale delle aree interne), il ruolo svolto nei progetti complessi, nella nuova Strategia di sviluppo locale, che prevedono il coinvolgimento di pubblico e privato, per promuovere gli investimenti sulle filiere per la produzione, sulla trasformazione e sulla vendita dei prodotti agroalimentari tipici, sullo sviluppo di sistemi di offerta socioculturale locale per  migliorare la  qualità dell’accoglienza nei territori, per elevare il livello di qualità dei servizi offerti.

Ha ancora motivato la scelta del luogo nel quale si è tenuto il convegno, Cortale, in quanto Comune importante del territorio del Gal, al centro Unione di Monte Contessa.

Il sindaco Francesco Scalfaro, ha ringraziato il Gal per la tappa nel suo Comune e per l’attività che il Gal, del quale è consigliere di amministrazione, sta portando avanti.

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