Chiara Bortolas, 42 anni, titolare di un’azienda che produce frutta e verdura sulle montagne bellunesi in Veneto è la nuova responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti in rappresentanza di un esercito di 207mila imprese agricole a guida femminile in Italia.
Bortolas ha un diploma di maturità classica e una laurea in Biologia molecolare conseguita presso l’Università di Padova, portando le sue conoscenze scientifiche nei campi. Dopo la laurea e un periodo da ricercatrice presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha optato per le serre di ortaggi che vende direttamente nello spaccio aziendale e nei mercati.
“Riuscire a coniugare in forma responsabile attività produttiva e servizi alla persona, visione imprenditoriale e progetti di filiera, ragioni private e bene comune è il progetto ambizioso che Coldiretti sta contribuendo a realizzare, mettendo a sistema le esperienze delle imprenditrici agricole sul territorio italiano”, ha affermato Chiara Bortolas, sottolineando che “grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura sociale, dall’agriturismo e dalla vendita diretta aumenta il numero delle donne ai vertici di aziende multifunzionali”.
Nella loro azione imprenditoriale, spiega Donne Impresa Coldiretti, “le imprenditrici agricole italiane hanno dimostrato una grande capacità di coniugare la sfida del mercato con il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita e l’attenzione al sociale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. In agricoltura le donne sono protagoniste dalle attività di educazione alimentare ed ambientale nelle scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, dai mercati di Campagna Amica all’agriturismo”. Un trend favorito anche dall’ingresso di imprenditrici di “prima generazione” che hanno fatto esperienze lavorative in altri settori.
Importante anche la “quota giovane”, sottolinea Donne Impresa Coldiretti, “con il 25% delle aziende femminili guidate da ragazze under 35 che hanno puntato sull’uso quotidiano della tecnologia per gestire sia il lavoro sia lo studio, magari utilizzando lo smartphone per controllare gli animali in stalla nelle pause di studio all’università o per gestire on line acquisti e prenotazioni in agriturismo, oppure per fare ricerche per recuperare varietà perdute di frutti locali o ancora per portare il vino Made in Italy in tutto il mondo”.
Fonte: www.agensir.it