E’ stata votata all’unanimità la proposta di variare il disciplinare di produzione del Caciocavallo Silano Dop, l’ultima variazione risale al lontano 2003.
Le modifiche sono state discusse ed approvate dai soci nel corso di un’Assemblea Straordinaria, svoltasi mercoledì 23 Marzo presso la sede legale del Consorzio. Le proposte di modifiche approvate all’unanimità, dai soci nel corso dell’assemblea straordinaria riguardano, le modalità di vendita (sottovuoto, affettato e porzionato), il confezionamento, l’etichettatura, l’alimentazione degli animali e le razze mucche.
Tutte queste proposte adesso, per diventare “operative”, dovranno seguire un iter di approvazione da parte del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e da parte della Commissione europea.
Il Caciocavallo Silano, si identifica tale, in quanto è un formaggio semiduro a pasta filata, crudo prodotto esclusivamente con latte di vacca o eventualmente termizzato fino a 58° per 30 secondi in caseificio, dalla forma ovale o tronco-cronica, con testina o senza.
All’esterno la parte più dura, la crosta è sottile, liscia marcato di colore paglierino e può presentare delle leggere insenature dovute ai legacci collocate in relazione alla modalità di legatura.
La pasta è omogenea, compatta, con lievissima occhiatura, di colore bianco o giallo paglierino, più carico all’esterno che all’interno, dal sapore aromatico, piacevole e flessibile in bocca, con una percentuale di grasso della sostanza secca non inferiore al 38%.
La zona geografica di provenienza del latte, di trasformazione e di elaborazione del formaggio “Caciocavallo Silano”, comprende determinati territori ricadenti nelle regioni di Calabria, Campania, Molise, Puglia e Basilicata.