Due giorni dedicati alle nuove forme di turismo esperienziale attraverso la conoscenza dei prodotti del territorio.
Un invito alla scoperta dei tesori naturali e gastronomici della regione. La Calabria può offrire tanto: ricette tradizionali con prodotti a km 0, produzioni di nicchia, equilibrio tra innovazione e tradizione in agricoltura, coinvolgimento attivo nelle attività contadine, corsi di cucina tipica, esperienze di oleoturismo e enoturismo, passeggiate in vigne e nei frantoi.
Sono questi gli obiettivi del progetto “Il Gusto del Sapere”, ammesso a finanziamento dalla Regione Calabria.
Narrare gli itinerari turistici esperienziali con le eccellenze locali che possono fungere da attrattori per i luoghi dei territori da cui hanno origine.
Nuovi trend? Semplicemente l’edutainment.
E, poiché qualcuno ha detto che “il vino e l’olio sono le cartoline liquide del territorio” si è parlato di oleoturismo con il presidente del movimento turismo dell’olio Calabria, Antonio Anastasi e di enoturismo con Pierluigi Aceti, presidente del movimento turismo del vino Calabria.
Gianni Guido , general manager del MEC apre il focus sui nostri prodotti e la loro storia tra oliveti e vigneti, decantando il cibo di territorio che è sempre di alta qualità.
“Legare l’enoturismo solo alle attività in cantina e in frantoio sarebbe sbagliato se poi intorno c’è il deserto. Enoturismo ed oleoturismo devono procedere di pari passo con la crescita di tutto il territorio. Alberghi, agriturismi, ristoranti, enoteche, attività come escursioni, visite guidate e tutto ciò che possa valorizzare il territorio mostrandolo al turista nella sua forma migliore sono essenziali per lo sviluppo dell’enoturismo. Serve un’offerta variegata e di qualità. Noi italiani siamo da sempre amanti del cibo, del buon vino e del buon olio e sicuramente la nostra squisita enogastronomia regionale, così ricca di tradizioni e di sapori alchemici offre ancora molto da scoprire e da esplorare da questo punto di vista”: commenta Carmelo Fabbricatore, presidente unione regionale cuochi calabresi.
Tommaso Caporale, sommelier e responsabile del circuto Divinibus nel suo intervento spiega la necessita di far diventare il vino protagonista ovunque non solo nelle cantine.
”Deve poter mostrarsi con la tradizione e con l’ambiente, sia urbano che campestre, offrendo esperienze di ottimo livello a tutti gli avventori, oltretutto spesso in contesti meravigliosi, nelle piazze, nei vicoli e nei giardini che offrono panorami mozzafiato nei nostri borghi. Il vino non è solo una bevanda contenuta in un recipiente chiamato bottiglia, è funzione del territorio; da esso non può prescindere. Non si saprebbe apprezzare mai pienamente un calice se di quel vino non si conoscesse il territorio di provenienza dei vigneti”: continua Caporale.
“L’esperienza enoturistica serve a far vivere ai viaggiatori e ai turisti una deliziosa esperienza cognitiva ed emozionale, di quelle che non si dimenticano. Trasmettendo nozioni, concetti, emozioni, semplicemente calpestando la terra sta tra i filari”: replica Aceti, presidente del movimento turismo del vino Calabria.
“Ogni azienda ha una storia da raccontare e attraverso l’appassionata narrazione di ognuno di loro il visitatore porterà a casa l’esperienza sensoriale della magia della trasformazione oltre che i profumi della campagna nel momento della raccolta- interviene Anastasi.
“I turisti passeggiando nella quiete delle campagne tra il fascino degli uliveti ed i luoghi di produzione potranno imparare anche a riconoscere gli aspetti distintivi di un olio extravergine di qualità e ad avere consapevolezza di uno dei patrimoni varietali autoctoni olivicoli tra i più ricchi: sono circa 500 le cultivar presenti nella nostra regione-conclude il presidente del movimento turistico dell’olio Calabria- dalla Carolea, presente su tutto il territorio calabrese alla Rossanese, coltivata prevalentemente lungo la fascia jonica cosentina.”